Uscirà nelle sale italiane questa sera (15 ottobre) Woman in gold, tratto da un’ incredibile storia vera, un film che parlerà di giustizia bellezza e arte, ma anche di ricordi riguardanti la persecuzione nazista.
[pullquote]”La gente vede un capolavoro di uno dei più grandi artisti austriaci, ma io vedo il ritratto di mia zia, una donna che mi parlava della bellezza e della vita.” Maria Altmann-Helen Mirren[/pullquote]Il film porterà avanti in parallelo due storie: quella presente della battaglia legale contro il governo austriaco da parte di Maria Altmann per l’appropriazione illecita di uno dei i capolavori del maestro dell’art noveau Gustav Klimt e divenuto nel tempo “simbolo” della Neue Gallerie di Vienna; e quella del passato della persecuzione nazista, in cui vedremo una giovane Maria Altmann costretta ad abbandonare Vienna per sfuggire alla persecuzione e a morte certa.
Woman in gold, trama.
Tratto da un’ incredibile storia vera il film racconta di una causa legale intentata contro il governo d’Austria da parte di Maria Altmann (Helen Mirren) per via uno dei dipinti più famosi del pittore austriaco Gustav Klimt, il ritratto di Adele Bloch-Bauer, della quale Maria Altmann è la nipote. Il quadro infatti è detenuto dallo stato indebitamente, in seguito al sequestro operato dai nazisti ai danni dei legittimi proprietari, una famiglia ebrea. Alla fine degli anni ’90 la morte della sorella di Maria le fa scoprire l’esistenza di una lotta per riavere indietro il quadro della zia rubatogli dai nazisti, proprio quando lo stato austriaco decide di inaugurare una politica di restituzione delle opere d’arte rubate. Intenta a riavere il quadro come forma di risarcimento per i danni che la sua famiglia, sopravvissuta all’Olocausto, ha subito dagli austriaci, la Altmann residente ormai da molto tempo in America, andrà in Austria con il giovane avvocato Randy Schoenberg (interpretato dall’affascinante Ryan Reynolds), anch’egli di origine austriaca ed ebreo, ma scopriranno che lo stato non vuole assolutamente perdere il suo quadro più importante. Così partirà una battaglia legale contro l’Austria.
Woman in gold, regia produzione e cast.
Il film Woman in gold è distribuito dalla Eagle Pictures ed è stato girato dal regista Simon Curtis, che ha trovato una storia già da sé sofisticata e drammatica da potersi evolversi naturalmente in un film. La protagonista è la magnetica Helen Mirren, che ha avuto a che fare con un ruolo che l’ha riportata indietro alle sue origini, come co protagonista troviamo il bel Ryan Reynolds e oltre a loro nel cast, possiamo trovare anche Daniel Bruhl, Katie Holmes, Tatiana Maslany e Max Irons.
Woman in gold, Helen Mirren parla del film e di come si è sentita riportata alle sue origini.
“Ho pensato alla bisnonna e alla prozia, ho cercato di ricordare dai racconti di famiglia cosa significasse avere le bombe in casa. Ho letto quanto mi fosse possibile su quelle situazioni per entrare meglio nei pensieri di Maria. Questo non è un film solo sulla persecuzione degli Ebrei o sul recupero dell’arte, ma su ogni realtà di sopruso e di orrore scatenata contro gli esseri umani” – Helen Mirren
L’attrice settantenne inoltre parla di quando la famiglia di suo padre fu esiliata dopo la rivoluzione russa del 1917, dove il nonno perse ogni cosa e fu costretto ad abbandonare la sua casa per vivere in una stanza con tutta la sua famiglia mentre la nonna moriva di cancro al seno, per questi motivi la battaglia di Maria Altmann sta a cuore alla Mirren. La ritiene una storia di giustizia e restituzione, un “avventura umana” che spera il pubblico ricorderà per sempre, in cui vuole insegnare l’importanza di lottare in un momento in cui tutto sembra perduto.
Woman in gold, un film che vuole semplicemente raccontare.
Woman in gold in conclusione è un film che non vuole rendere una storia vera una leggenda epica oppure farla sembrare troppo una piccola questione di vita quotidiana anche se toccante. Il film è scorrevole e si lascia “guardare e dimenticare“, senza dover trovare in momenti di vita reale qualcosa di particolare sul quale porre l’attenzione, il regista Simon Curtis si è documentato sull’accaduto e ha trasportato sul grande schermo una vicenda toccante e importante con gran naturalezza e con accenni di simpatia.